La NASA potrebbe chiudere le missioni OSIRIS-APEX, New Horizons e Juno cancellandone altre per risparmiare soldi

La NASA potrebbe dover concludere anzitempo diverse missioni come Juno, New Horizons, OSIRIS-APEX e altre verrebbero invece cancellate prima ancora del lancio. Il tutto per avere un risparmio relativamente ridotto della spesa statunitense.
di Mattia Speroni pubblicata il 31 Maggio 2025, alle 20:02 nel canale Scienza e tecnologiaNASASpaceXESA
L'amministrazione Trump ha intenzione, a tutti i costi, di far quadrare i conti federali ripianando per quanto possibile il debito statunitense. Per farlo ha cercato il supporto di nuove istituzioni come il DOGE (Dipartimento per l’Efficienza Governativa) ma anche tagliando il budget di enti federali come la NASA. L'agenzia spaziale statunitense potrebbe vedere ridurre il proprio budget ai livelli del 1961 portando a conclusioni missioni già lanciate e cancellando programmi in fase di sviluppo oltre ad apportare cambiamenti sostanziali a progetti di lungo periodo come il programma Artemis.
Come era già emerso a marzo poi confermato ad aprile e infine all'inizio di maggio, la situazione diventerebbe critica in particolare per il programma scientifico della NASA che dovrà far fronte a una riduzione consistente del budget perdendo parte del suo personale oltre a progetti di varia natura. I documenti aggiornati sono disponibili pubblicamente sulla proposta per il budget dell'anno fiscale 2026 e dovranno vedere l'approvazione del Congresso, anche se le sorprese potrebbero non essere molte.
La NASA e le missioni che potrebbero essere cancellate
Stando alla documentazione fornita, le modifiche al programma scientifico della NASA prevederebbero la fine della missione OSIRIS-APEX, che intende esaminare l'asteroide Apophis che arriverà nelle vicinanze della Terra nel 2029. La missione deriva dalla precedente OSIRIS-REx che ha portato sulla Terra i campioni dell'asteroide Bennu. Anche la missione Juno, attualmente in orbita intorno a Giove e alle sue lune raccogliendo dati importanti per conoscere il gigante gassoso e i satelliti. Un'altra missione già lanciata e che sarebbe conclusa anzitempo è New Horizons, che si trova agli estremi del Sistema Solare e sta raccogliendo informazioni sulla fascia di Kuiper e sugli oggetti che la popolano. Anche il Chandra X-ray Observatory e Fermi Gamma-ray Space Telescope sarebbero a rischio di una chiusura anticipata. Ma non è finita qui.
Tra le altre missioni in orbita sarebbero chiuse l'OCO-2 (Orbiting Carbon Observatories) lanciato nel 2014 e l'OCO-3 che si trova a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Entrambi gli strumenti sono pensati per analizzare il ciclo del carbonio e l'impatto dell'anidride carbonica e altre molecole sul clima. Ci sarebbe poi la chiusura del Deep Space Climate Observatory (DSCOVR), dello strumento Sage III a bordo della ISS e dei satelliti Terra, Aqua e Aura che aiutano a comprendere le implicazioni di ozono, vapore acqueo e altri gas sul clima.
La riduzione del budget della NASA porrebbe fine a diverse collaborazioni con ESA tra le quali quelle per il rover europeo Rosalind Franklin Mars che a questo punto potrebbe non essere mai lanciato (nonostante Airbus stia sviluppando un lander). Gli USA avrebbero fornito un sistema di atterraggio, il vettore di lancio e del materiale radioattivo per i riscaldatori. Senza questi elementi la missione potrebbe essere cancellata nonostante il rover sia pronto già da tempo.
Ovviamente anche la missione Mars Sample Return sarebbe cancellata così come la collaborazione con l'agenzia spaziale europea per l'orbiter e altri sistemi legati a questa missione. Tra le sonde in orbita intorno a Marte e che forniscono anche capacità di comunicazione con il Deep Space Network, sarebbero cancellate Mars Odyssey e Maven oltre a non fornire ulteriori fondi a Mars Express (un orbiter europeo).
Finirebbe anche la collaborazione per la missione europea EnVision (con obiettivo Venere). Annunciate nel 2021, le missioni statunitensi DAVINCI+ e VERITAS sempre dirette verso Venere, sarebbero cancellate a causa dei tagli. Ci sarebbe poi la fine dello sviluppo dell'Amosphere Observing System (AOS) che avrebbe permesso di conoscere dettagli sulla formazione di tempeste, nubi e l'impatto dell'inquinamento.
A salvarsi sarebbero invece la missione Dragonfly con il drone pensato per volare su Titano (luna di Saturno) oltre alla missione NEO Surveyor, un telescopio spaziale sviluppato per rilevare oggetti che orbitano vicino alla Terra (come gli asteroidi e in particolare i troiani terrestri). Anche il Nancy Grace Roman Space Telescope sarebbe in salvo e potrebbe proseguire lo sviluppo, pur avendo un budget ridotto da 376,5 milioni di dollari a 156 milioni di dollari oltre alla missione congiunta con l'India chiamata NISAR. Per quanto riguarda invece il programma Landsat Next, verrà ripensato per diventare Sustainable Land Imaging (e quindi essere più sostenibile in termini di costi).
La NASA e la futura esplorazione umana di Luna e Marte
Il programma di esplorazione umana cambierà sostanzialmente sia per quanto riguarda la Luna che Marte. Come già annunciato in precedenza sarebbero cancellati NASA SLS (Space Launch System), la capsula Orion e il Lunar Gateway dopo Artemis III, che intende riportare l'essere umano sul satellite naturale prima dei cinesi (che intendono riuscirci nel 2029). Una volta completata questa fase si penserebbe attivamente a sfruttare collaborazioni estese con società private all'interno del programma commerciale.
Anche per Marte ci sarebbe uno sviluppo simile, salvando attualmente NASA Perseverance e NASA Curiosity ma puntando all'esplorazione umana del Pianeta Rosso all'interno del programma Commercial Moon to Mars (M2M), fornendo oltre un miliardo del budget. Questo prevederebbe di riservare parte del budget per lo sviluppo di soluzioni in grado di portare materiali e esseri umani su Marte e per progettare tute spaziali dedicate. Anche l'attuale Commercial Lunar Payload Services (CLPS) sarà integrato nel sistema M2M. La struttura del programma sembrerebbe intrecciarsi con il programma di SpaceX per portare Starship sul Pianeta Rosso nei prossimi anni, prima con robot umanoidi e poi con un equipaggio.
I tagli del budget della NASA prevederanno non solo un taglio delle missioni (attuali o future) ma anche del personale. Attualmente l'agenzia può contare su 17391 dipendenti, ma che potrebbero diventare 11853 come proposta per l'anno fiscale 2026. Il ridimensionamento riguarderebbe diversi centri di ricerca che si trovano in alcuni stati degli USA per accentrarne alcuni a Washington nella sede centrale dell'agenzia.
La Planetary Society, che si era già dichiarata preoccupata in passato, ha ribadito che una direzione di questo tipo intrapresa dalla NASA e dall'amministrazione Trump sarebbe deleteria per gli Stati Uniti che non rivestirebbero più un ruolo significativo dal punto di vista scientifico. Nel testo si legge che "la Planetary Society ritiene che una grande nazione meriti un grande programma spaziale, che rifletta i nostri ideali nazionali e serva l'interesse pubblico. Questa proposta non solo non è all'altezza, ma respinge attivamente questa promessa, minando la rara opportunità che la NASA offre di costruire unità in patria e collaborazione all'estero attraverso la leadership americana".
In generale si può pensare un'ottimizzazione della spesa pubblica, e anche delle varie agenzia, sia possibile ma la strategia potrebbe essere differente. Con uno sviluppo di questo tipo la Cina diventerà presto una delle nazioni più avanzate per quanto riguarda la ricerca scientifica spaziale. Di contro non si può non evidenziare come il budget proposto per il Dipartimento della Difesa per l'anno fiscale 2026 è di ben 1010 miliardi di dollari, con un aumento del 13% rispetto al 2025, il più grande dalla Seconda Guerra Mondiale.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info70 miliardi di dollari del 1960 a quanto ammontano oggi ? 700 miliardi stando a google..
Ce ne vollero oltre 200 miliardi per toccare la luna all’epoca.. quindi 2 mila miliardi oggi ?..
Marte ?
Pennywise?
L'amministrazione Trump ha intenzione, a tutti i costi, di far quadrare i conti federali ripianando per quanto possibile il debito statunitense
Click sul link per visualizzare la notizia.
Ehm, no.
Lo scopo di Trump è abbassare le tasse ai miliardari. A questo scopo aumenta le tasse a quasi tutti i cittadini (i dazi sono una tassa non progressiva), diminuisce le spese (attraverso sistemi come il DOGE) e prevede un ulteriore taglio delle tasse marginali per ricchi e grandi imprese.
Ma l'esito è negativo, non si possono recuperare le previste diminuzioni nelle entrate, e infatti tutte le previsioni sono per uno dei più grandi incrementi mai avuti del debito pubblico. L'idea è di continuare, e incrementare ulteriormente, la trickle economy di Reagan, continuata da tutti i successivi presidenti (in particolare quelli repubblicani) che hanno colpito significativamente la middle class.
A questo va aggiunta l'antipatia di questa amministrazione per tutto ciò che riguarda la scienza (attacco alle università, riduzione dei finanziamenti alla ricerca, ecc.). Non a caso il taglio maggiore percentualmente è per l'astrofisica, mentre quello minore è per le scienze planetarie (nell'ottica di andare su Marte, presumo).
D’altro canto c’è una notevole corsa agli armamenti da parte di tutti grazie a quanto accaduto per colpa di Putin
Forse esplorare il sistema solare è un problema che verrà spostato a “dopo” ..
Adesso le preoccupazioni sono altre.. chissà questi robot umanoidi per cosa li stanno sviluppando le varie superpotenze
Lo scopo di Trump è abbassare le tasse ai miliardari. A questo scopo aumenta le tasse a quasi tutti i cittadini (i dazi sono una tassa non progressiva), diminuisce le spese (attraverso sistemi come il DOGE) e prevede un ulteriore taglio delle tasse marginali per ricchi e grandi imprese.
Ma l'esito è negativo, non si possono recuperare le previste diminuzioni nelle entrate, e infatti tutte le previsioni sono per uno dei più grandi incrementi mai avuti del debito pubblico. L'idea è di continuare, e incrementare ulteriormente, la trickle economy di Reagan, continuata da tutti i successivi presidenti (in particolare quelli repubblicani) che hanno colpito significativamente la middle class.
A questo va aggiunta l'antipatia di questa amministrazione per tutto ciò che riguarda la scienza (attacco alle università, riduzione dei finanziamenti alla ricerca, ecc.). Non a caso il taglio maggiore percentualmente è per l'astrofisica, mentre quello minore è per le scienze planetarie (nell'ottica di andare su Marte, presumo).
Il record del debito pubblico è stato raggiunto a Gennaio 2025 con il picco monstre di 36220 MLD di USD, stabilizzandosi a questa cifra per tutto il trimestre successivo. Tanto è vero che diversi analisti, anche governativi, hanno espresso delle preoccupazioni per un probabile default ad Agosto se non interverranno dei correttivi. Il problema principale, vista l'enorme mole di debito accumulato, è che la ristrutturazione ( consolidamento ) di questo inevitabilmente avrà dei costi sull'inflazione reale del Paese aggravando ancora di più i costi della vita.
Comunque se analizziamo lo storico, cinque anni fa il debito pubblico americano era intorno ai 30000 MLD di USD e la pandemia ha dato un bell'incremento. Ma se andiamo a vedere il decennio prima del COVID, il trend di crescita del debito si è mantenuto costante, quindi è stata una cosa perfettamente bipartisan.
Comunque se analizziamo lo storico, cinque anni fa il debito pubblico americano era intorno ai 30000 MLD di USD e la pandemia ha dato un bell'incremento. Ma se andiamo a vedere il decennio prima del COVID, il trend di crescita del debito si è mantenuto costante, quindi è stata una cosa perfettamente bipartisan.
Non proprio.
La seguente figura mostra l'andamento del debito pubblico USA fino al 2022.
Le linee blu sono relative ai presidenti democratici, quelle rosse ai presidenti repubblicani.
Link ad immagine (click per visualizzarla)
E sempre crescente, ma è facile verificare che nei periodi repubblicani l'incremento è concavo, in quelli democratici è convesso.
In termini matematici significa che la derivata prima è negativa nei periodi democratici, ovvero c'è una tendenza alla diminuzione dell'incremento, mentre nei periodi repubblicani è positiva, ovvero aumenta la tendenza all'incremento del debito.
Interessante che durante l'amministrazione Clinton il debito si fosse quasi stabilizzato, e anche con Obama si era creata una situazione di basso incremento.
Sufficiente a negare la tua affermazione che «è stata una cosa perfettamente bipartisan».
Comunque, il problema principale del debito americano è chi lo finanzia. Finora è stato finanziato nell'ipotesi che il dollaro fosse la valuta di riferimento a livello mondiale.
Ma i dazi stanno cambiando la situazione. L'utilizzo diffuso di altre valute probabilmente renderà il dollaro molto meno appetibile, per cui mi aspetto per gli USA aumento dell'inflazione (con deflazione), perdita di valore del dollaro, maggiori problemi di finanziamento del debito e di conseguenza il suo aumento esponenziale.
Personalmente, se avessi investimenti in dollari (ma sono un poveraccio) cercherei di ridurli pesantemente. Immagino che tu correrai il rischio a seguito della tua fiducia nelle politiche di Trump.
La seguente figura mostra l'andamento del debito pubblico USA fino al 2022.
Le linee blu sono relative ai presidenti democratici, quelle rosse ai presidenti repubblicani.
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E sempre crescente, ma è facile verificare che nei periodi repubblicani l'incremento è concavo, in quelli democratici è convesso.
In termini matematici significa che la derivata prima è negativa nei periodi democratici, ovvero c'è una tendenza alla diminuzione dell'incremento, mentre nei periodi repubblicani è positiva, ovvero aumenta la tendenza all'incremento del debito.
Interessante che durante l'amministrazione Clinton il debito si fosse quasi stabilizzato, e anche con Obama si era creata una situazione di basso incremento.
Sufficiente a negare la tua affermazione che «è stata una cosa perfettamente bipartisan».
Comunque, il problema principale del debito americano è chi lo finanzia. Finora è stato finanziato nell'ipotesi che il dollaro fosse la valuta di riferimento a livello mondiale.
Ma i dazi stanno cambiando la situazione. L'utilizzo diffuso di altre valute probabilmente renderà il dollaro molto meno appetibile, per cui mi aspetto per gli USA aumento dell'inflazione (con deflazione), perdita di valore del dollaro, maggiori problemi di finanziamento del debito e di conseguenza il suo aumento esponenziale.
Personalmente, se avessi investimenti in dollari (ma sono un poveraccio) cercherei di ridurli pesantemente. Immagino che tu correrai il rischio a seguito della tua fiducia nelle politiche di Trump.
Si parla di comunque di crescita del debito e, analisi qualitativa a parte della pendenza delle curve per periodo storico, tutte le amministrazioni lo hanno fatto. Inoltre bisogna vedere la qualità del debito, ovvero per che cosa è stato fatto e cosa ha restituito in termini di benefici per l'economia reale del Paese nella serie storica.
In più bisognerebbe scontare gli interventi di consolidamento dello stock ( generare altro debito per ripagare quello in scadenza e non per investimenti diretti ), cosa che è avvenuta nella seconda metà del 2014 con la sospensione del tetto per evitare il default e/o lo shutdown preventivo della maggior parte delle attività federali.
Quindi ci andrei piano a fare il gioco delle bandierine a chi ha pigiato di più sull'acceleratore.
Sul fatto che la situazione attuale del debito accumulato sia abbastanza problematica per il futuro, soprattutto per quanto riguarda l'eventuale cura, siamo perfettamente d'accordo. Il Dollaro è già da tempo in " sofferenza " su divise come l'Euro ed è sempre meno appetibile perchè, appunto, si prevede un periodo di elevata inflazione e di successiva frenata dell'economia reale.
La seguente figura mostra l'andamento del debito pubblico USA fino al 2022.
Le linee blu sono relative ai presidenti democratici, quelle rosse ai presidenti repubblicani.
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E sempre crescente, ma è facile verificare che nei periodi repubblicani l'incremento è concavo, in quelli democratici è convesso.
In termini matematici significa che la derivata prima è negativa nei periodi democratici, ovvero c'è una tendenza alla diminuzione dell'incremento, mentre nei periodi repubblicani è positiva, ovvero aumenta la tendenza all'incremento del debito.
Interessante che durante l'amministrazione Clinton il debito si fosse quasi stabilizzato, e anche con Obama si era creata una situazione di basso incremento.
Sufficiente a negare la tua affermazione che «è stata una cosa perfettamente bipartisan».
Comunque, il problema principale del debito americano è chi lo finanzia. Finora è stato finanziato nell'ipotesi che il dollaro fosse la valuta di riferimento a livello mondiale.
Ma i dazi stanno cambiando la situazione. L'utilizzo diffuso di altre valute probabilmente renderà il dollaro molto meno appetibile, per cui mi aspetto per gli USA aumento dell'inflazione (con deflazione), perdita di valore del dollaro, maggiori problemi di finanziamento del debito e di conseguenza il suo aumento esponenziale.
Personalmente, se avessi investimenti in dollari (ma sono un poveraccio) cercherei di ridurli pesantemente. Immagino che tu correrai il rischio a seguito della tua fiducia nelle politiche di Trump.
a voler essere onesto sarebbe da normalizzare il tuo grafico comprendendo il tasso di interesse della banca centrale americana per far notare se il debito sale o si calmiera per i tassi di sconto o per la politica
perchè se guardo il tuo grafico le zone blu corrispondono anche a due periodi particolati per l'economia americana.. la prima negli anni '90 con il boom dell'industrializzazione e l'economia fiorente che ha portato enormi entrate di tasse e la seconda dal 2008 con la crisi della Lehman Brother
non so.. ma direi che è difficile far finta che sia stato solo merito della politica anche se Clinton è stato bravo a cavalcare quel periodo e ha fatto crescere bene la loro economia che viva ancora di rendita (le industrie) grazie a quei soldini li
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