Italia, torna il nucleare: nasce Nuclitalia con Enel, Leonardo e Ansaldo Energia

Enel, Ansaldo Energia e Leonardo uniscono le forze per Nuclitalia, nuova società dedicata al nucleare di nuova generazione. Focus sugli Small Modular Reactors, con l'obiettivo di rilanciare la filiera italiana e contribuire alla strategia energetica nazionale. Il progetto si inserisce nel piano governativo per il ritorno all'atomo.
di Manolo De Agostini pubblicata il 15 Maggio 2025, alle 13:16 nel canale Scienza e tecnologiaEnelLeonardo
È stata ufficialmente costituita Nuclitalia Srl, nuova società focalizzata sullo studio e lo sviluppo di tecnologie nucleari di nuova generazione, con particolare attenzione agli Small Modular Reactors (SMR) raffreddati ad acqua. La società è frutto della collaborazione tra Enel (che detiene il 51% delle quote), Ansaldo Energia (39%) e Leonardo (10%), tre aziende a partecipazione statale, tutte sotto il controllo del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF).
Nuclitalia avrà il compito di valutare i design più innovativi e maturi nel settore del nucleare sostenibile, definendo i requisiti specifici per l'applicazione nel contesto italiano e selezionare le soluzioni più promettenti attraverso un'analisi tecnico-economica approfondita. L'obiettivo è identificare le tecnologie che meglio rispondano alle esigenze energetiche e industriali del Paese, con un approccio orientato all'innovazione, alla sostenibilità ambientale ed economica e alla valorizzazione delle competenze della filiera nazionale.
Gli Small Modular Reactors, al centro dell'attività iniziale della società, sono reattori nucleari di dimensioni ridotte, con una potenza compresa tra 10 e 300 megawatt. Grazie alla struttura modulare, consentono una produzione in serie e una maggiore flessibilità nella costruzione e gestione degli impianti rispetto alle centrali tradizionali.
La governance di Nuclitalia prevede un Consiglio di Amministrazione composto da sette membri. Alla presidenza è stato nominato Ferruccio Resta, già rettore del Politecnico di Milano e attualmente presidente della Fondazione Politecnico di Milano, della Fondazione Bruno Kessler e del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST). Il ruolo di amministratore delegato è stato affidato a Luca Mastrantonio, responsabile della divisione Nuclear Innovation di Enel. Il board sarà completato da cinque manager provenienti dalle tre aziende fondatrici, selezionati per le loro competenze tecniche ed esperienza nel settore.
Nei prossimi mesi è prevista la creazione di un comitato tecnico con il compito di supportare l'analisi delle tecnologie emergenti e accompagnare le attività operative della nuova società.
La nascita di Nuclitalia si colloca nel quadro più ampio della strategia nazionale di ritorno al nucleare, sostenuta dal governo attraverso il disegno di legge delega in materia, approvato lo scorso 28 febbraio.
280 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl prossimo passo è abolire quella fuffa assurda dei referendum in cui tra meno di un mese bruceremo soldi per non decidere niente come per altro se su materie complesse come nucleare o anche i quesiti dei prossimi referendum possa esprimersi chi non ha studi specifici in quelle materie.
Continuo a ripeterlo: in caso di guerra la rete distribuita di pannelli solari e centrali eoliche (anche a livello casalingo, eppure anche qui innovazione zero) con accumulo (e non esiste solo il litio!) sarebbe una manna per tenere in vita la popolazione (vedasi in Ucraina come le centrali nucleari sono obiettivi strategici).
E adesso investiamo nel nucleare. Mi sembrano le slide di AMD di 15 anni fa...
devo dire la recentissima idea del nucleare in piccolo la trovo interessante...toglie molto degli svantaggi del nucleare...trovo corretto cavalcare la novità
e devo dire che hanno anche (finalmente) strutturato la società con vertici tecnici, preparati (almeno sulla carta)...cioe per la serie: qua nn possiamo scherzare cn gli amici degli amici
Infine, una considerazione che ai più potrebbe far storcere il naso, ma non posso ometterla; dove c'è profitto per un gruppo di investitori che hanno speso tempo e denaro per consolidare molte loro idee, attraverso i lobbisti, in parlamento, non c'è di certo una vera tutela della salute dell'operaio, del cittadino e dell'ambiente circostante. Rilievi fatti da privati, se confutati da studi più rigorosi, vengono messi in secondo piano, pur di procedere con l'opera. Una qualsiasi opera. Poi, non si può più manifestare contro la realizzazione di un'opera, con l'introduzione di nuovi reati specifici. Questo rientra nella salvaguardia del profitto di cui sopra. E, dunque, a questo preciso punto; una centrale nucleare si costruisce in svariati anni, non risolve questioni attuali e neanche quelle da qui a 5-10 anni. Quindi, a chi serve, realmente?
Penso che, almeno su questo, saremo tutti d'accordo: conta il profitto, per chi si cimenta in tali opere, non di certo l'utilità ultima del bene in costruzione. E parlare di creazione di posti di lavoro....con le condizioni socio lavorative attuali in Italia? Sempre, anche qui, il profitto degli investitori conterà più dell'opera stessa, delle condizioni lavorative e dei salari degli operai utilizzati per la realizzazione e, come sopra, conterà ancor di più della salvaguardia della salute e dell'ambiente.
Quindi, praticamente, si tratta dei reattori nucleari montati nei sottomarini? Gemini mi ha dato queste informazioni:
Esempi specifici:
Reattori VM-A:
Producono 70 MW per reattore, con i sottomarini delle classi Hotel, Echo e November che ne utilizzano due, per un totale di 140 MW.
Reattori VM-4:
Producono circa 70-90 MW di potenza.
Reattori VM-5:
Usati in coppia nel sottomarino di classe Papa, producono complessivamente 177 MW.
Reattore S8G:
Utilizzato nei sottomarini statunitensi, si stima possa generare circa 220 MW di vapore.
Reattori VT-1:
I primi reattori sovietici a utilizzare metallo liquido come refrigerante, producevano 146 MWt.
Reattori OK-650:
Installati nei sottomarini della classe Typhoon, producono 190 MW ciascuno.
Continuo a ripeterlo: in caso di guerra la rete distribuita di pannelli solari e centrali eoliche (anche a livello casalingo, eppure anche qui innovazione zero) con accumulo (e non esiste solo il litio!) sarebbe una manna per tenere in vita la popolazione (vedasi in Ucraina come le centrali nucleari sono obiettivi strategici).
E adesso investiamo nel nucleare. Mi sembrano le slide di AMD di 15 anni fa...
Abbastanza palese, vedi Spagna, che una rete come dici te con pannelli e pale eoliche in caso di guerra è totalmente inutile..
A molto sfugge il concetto di dispacciamento, regolazione in tensione e frequenza e quindi crede che basti avere i pannelli sulla casa per poter avere la casa alimentata. Dovreste parlare con chi ha una casa in isola per capire la difficoltà di farlo e cosa vuol dire l’assenza di rete
Ben vengano queste soluzioni “tascabili” del nucleare, spero che prendano piede ma sono anni che parlano di questo modello di centrale nucleare e ancora stiamo a parlarne senza aver vista una..
Purtroppo è pieno di persone in Italia che non le vorrà per ideologia retrograda e per questo il progetto fallirà.. ahimè..
La taglia è la stessa ma il progetto è diverso perchè sono pensati per uso industriale e non militare e quindi con, in teoria, altri standard di sicurezza e pensati per economia di funzionamento (cosa non importante nei progetti militari dei sommergibili o delle portaerei)
A molto sfugge il concetto di dispacciamento, regolazione in tensione e frequenza e quindi crede che basti avere i pannelli sulla casa per poter avere la casa alimentata. Dovreste parlare con chi ha una casa in isola per capire la difficoltà di farlo e cosa vuol dire l’assenza di rete
Ben vengano queste soluzioni “tascabili” del nucleare, spero che prendano piede ma sono anni che parlano di questo modello di centrale nucleare e ancora stiamo a parlarne senza aver vista una..
Purtroppo è pieno di persone in Italia che non le vorrà per ideologia retrograda e per questo il progetto fallirà.. ahimè..
Nessuno ha detto che solare e eolico da soli possono proteggere. ma é ovvio che una smartgrid con accumulo casalingo possa fare da bridge in caso elettrodotti o centrali siano colpiti. meglio aspettare che i tecnici rialzino un traliccio da 380kv o nel mentre avere un modus dove frigoriferi/riscaldmaento funzionino anche solo per poche ore? o l'energia sia rigirata dove serve (si vedano ospedali che possono poi risparmiare gasolio dai generatori di emergenza?
vorrei proprio vedere il processo per cui qualunque reattore da sottomarino (specifiche militari ergo sicurezza per ambiente e marinai al minimo) ad essere certificato e qualificato per uso civile. E´come prendere un sensore montato su un missile balistico e volerlo usare per stabilizzare un aereo. L'EASA impazzisce appena glielo proponi.
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